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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Admin (del 18/03/2005 @ 00:00:01, in Archivio redazionali, linkato 13963 volte)
RILANCIARE
“ TAVERNERIO CITTA’”. La campagna elettorale che si concluse
con la vittoria di questa amministrazione aveva come slogan “Tavernerio
Città”. Non era uno
slogan elettorale fine a se stesso ma aveva un significato preciso.
Fare di Tavernerio una comunità dotata di tutti quei servizi che
la possano qualificare come città. Fin
dalla precedente amministrazione il cammino scelto per raggiungere
tali obiettivi era quello di aziendalizzare i servizi. Questo
significa gestire i servizi non più in proprio (“in economia”)
all’interno del Comune, attraverso poche persone dipendenti o attraverso
imprese esterne private, ma gestirli attraverso Società per azioni a
capitale pubblico. Tali organismi avrebbero avuto la personalità
giuridica tipica della S.p.A.,
coi vantaggi organizzativi
che vengono riconosciuti alle Società di diritto privato, ma
nel contempo avrebbero avuto uno spirito pubblico, dovuto al fatto
che il capitale delle stesse era di proprietà pubblica e al fatto che i
Soci di tali Società sarebbero stati i Sindaci
stessi. Non avrebbero avuto l’obiettivo di
distribuire utili, come hanno
evidentemente le Società per azioni
private. Gli eventuali vantaggi economici ottenuti nella gestione dei
servizi sarebbero stati impiegati in investimenti o in nuovi servizi o nel
potenziamento di quelli già esistenti. La messa a disposizione dei servizi, l’organizzazione e
i costi Fare
di Tavernerio una comunità dotata di tutti quei servizi che la potessero
qualificare come città, significava mettere a disposizione servizi
nuovi, più funzionanti, maggiormente rispettosi della dignità della
persona, e del suo habitat. In questa direzione occorreva mobilitarsi per il superamento di situazioni non più tollerabili:
Questi
miglioramenti occorreva operarli e mantenerli nel tempo. Aziendalizzare significa ottenere
questi miglioramenti e mantenerli nel tempo,
nel rispetto dello spirito delle leggi, assicurando economicità,
efficacia, efficienza. Il cammino percorso. SERVICE 24
SpA. La divisione ambiente. Nel 1999 fu costituita la Società
per Azioni “SERVICE 24”, con l’obiettivo primario di gestire i
rifiuti dei tre Comuni fondatori (Tavernerio, Lipomo, Montorfano), cui se
ne aggiunsero altri 4 ( Albese con Cassano, Albavilla, Capiago Intimiano,
Orsenigo). Service 24 aveva però nel suo Statuto
anche la possibilità di gestire altri servizi di interesse pubblico,
quali le manutenzioni di strade, immobili, verde pubblico, impianti
tecnologici e in particolare il servizio idrico integrato ( acquedotto e
fognature). Il primo passo della Società fu quello
di organizzare la gestione della raccolta differenziata
tramite la piattaforma ecologica di Urago, attuando quanto previsto dal
Piano Provinciale e la gestione del RSU ( il “sacco grigio” e collaterali),
mantenendo un servizio di qualità costante nel tempo. Venne eseguito un
attento controllo della collocazione delle varie frazioni differenziate
sul mercato, con notevoli ritorni economici dalla vendita
di queste e dall’ottenimento dei contributi del CONAI. Anche la gestione
del RSU attraverso l’Associata in partecipazione (ECONORD), ha permesso
di calmierare il costo totale della gestione dei rifiuti per il Comune di
Tavernerio, così come per gli altri comuni soci. Si è ottenuto in tale
modo di mantenere in questi anni la spesa che il Comune di Tavernerio
sosteneva l’anno precedente l’entrata in funzione della Società,
quando però non esisteva né la piattaforma ecologica né la Società coi
suoi costi fissi. Inoltre i costi che il Comune doveva sostenere prima di
Service 24, aumentavano immancabilmente ogni anno almeno del 10%, mentre ora da anni essi sono stabilizzati intorno a 500.000 Euro. SERVICE 24 S.p.A.. La divisione servizi. Nel 2001 fu
istituita la Divisione Servizi di Service 24. Tale Divisione, allora non giudicata
utile dagli altri Soci di Service 24, fu istituita per conto del Comune di
Tavernerio, del quale doveva gestire i servizi. Ad essa fu affidata le
gestione del servizio idrico integrato (acqua e fognatura), in accordo
con la legge Galli che prescrive la gestione industriale e non più “in
economia” ( cioè mediante il fontaniere del Comune) dell’acquedotto.
Furono poi affidate le manutenzioni del verde pubblico, dei trasporti
degli alunni, degli immobili comunali, delle strade, dei cimiteri,
dell’illuminazione ecc. Service 24 Divisione Servizi rappresentava un centro di costo separato rispetto a Service 24
Ambiente, di cui condivideva esclusivamente gli
organismi di gestione (Consiglio di Amministrazione). Rigorosamente
separati erano i conti, che dovevano essere sostenuti solo dal Comune
di Tavernerio, che allora era l’unico utilizzatore della Divisione. I
benefici furono subito visibili, specie nella gestione dei cimiteri e in
quella dell’acquedotto, con l’introduzione del telecontrollo dei pozzi
di prelievo della acque e dei vari serbatoi distribuiti sul territorio.
Venne iniziato un drastico lavoro di riattamento degli impianti, che non
è ancora terminato. Anche le altre manutenzioni permisero di ottenere
interventi che da anni non si erano potuti eseguire, che sono sotto gli
occhi di tutti. Altro conto è la mole di lavoro che ancora attende di
essere fatta, su un territorio così disperso e geologicamente complesso
come il nostro. Tra il 2002 e il 2003 i Comuni di
Lipomo e Orsenigo affidarono alla Divisione Servizi la gestione dei
rispettivi acquedotti e Orsenigo anche quella di alcuni servizi comunali. IL CONSORZIO DI POLIZIA ALTA BRIANZA. Nel 2001 è stato inaugurato il
Consorzio di polizia Locale Alta Brianza tra il Comune di Tavernerio e
quello di Orsenigo. Unendo il personale dei due Enti in un unico organismo
il Consorzio ha potuto disporre di un vero corpo di Polizia Locale
assicurando un servizio prima impensabile. Basti pensare ai pattugliamenti
periodici sul territorio, alle constatazioni degli incidenti stradali,
prima mai eseguite, al contrario del territorio stesso. Anche il Consorzio viene amministrato
da un'Assemblea dei Soci e da un Consiglio di Amministrazione. ANGELO BORELLA
S.p.A. Nel 2002 veniva costituita la Società
per azioni Angelo Borella, i cui due Soci erano il Comune di Tavernerio e l’Ente Asilo Borella, poi trasformatosi secondo il dettato della
legge, in Fondazione Angelo Borella. La Società, dotata di un capitale
sociale di circa 2 milioni di Euro, nasceva con
l’obiettivo di gestire i Servizi Sociali del Comune, l’asilo
Borella di Solzago e di realizzare il progetto della “Corte Nuova”,
villaggio di case protette per i nostri anziani, in sostituzione delle
usuali “Case di cura”. La Società di fatto avrebbe dovuto reperire i
mezzi per il suo sostentamento, oltre che dai contributi comunali, dalla
gestione degli immobili comunali, di cui
diventava una sorta di “gestore patrimoniale”. L’idea portante era
di utilizzare i beni immobili di proprietà della Società per ricavarne le risorse necessarie per sviluppare i
servizi sociali. Agganciare i servizi sociali ai beni immobili, per fare beneficiare i più deboli
delle risorse legate a beni che giacevano inutilizzati. E’ una idea che
si va diffondendo anche in altri Comuni, grandi e piccoli che in
alcuni casi costituiscono vere e proprie Società immobiliari del Comune. L’idea è tanto più interessante in
questi tempi di restrizioni finanziarie, che vedono per esempio decurtare
ogni anno in modo più drastico, le rimesse dello Stato ai Comuni, tali da
comportare seri problemi di “coscienza
politica” in merito alla possibilità sempre più reale di dover
tagliare i servizi pubblici in generale e in particolare quelli sociali. E
questo di fronte ad una sempre maggiore richiesta di aiuto da parte di una fascia di
popolazione sempre alla ricerca di un sostegno,
anche non solo economico, per la vita quotidiana (compresa la
fascia inarrestabilmente sempre più numerosa di extracomunitari). La Società ha iniziato a muovere i
primi passi, riorganizzando i servizi sociali con personale adeguato alle
richieste, ottimizzando la gestione dell’Asilo Borella e dell’annesso
nido, gestendo in proprio la mensa del plesso
scolastico di Tavernerio e introducendo un nuovo sistema di pagamento
tramite carta magnetica prepagata
che ha eliminato i vecchi bollettini
postali e il connesso complicato sistema dei rimborsi . Conclusione: il percorso della aziendalizzazione dei servizi
si è formalmente compiuto con
la costituzione e l’entrata in attività delle due Società. Resta
ora da sviluppare il funzionamento, l’organizzazione e il dimensionamento
finanziario delle Società, per il perseguimento degli obiettivi
primari per cui sono nate. Prospettive. Per Service 24 resta tra gli obiettivi iniziali, quello di gestire in proprio anche la raccolta dei rifiuti solidi urbani (sacco grigio), per la Divisione servizi quello di sviluppare ulteriormente l’acquedotto (captazione, ma anche razionalizzazione della distribuzione, specie a Rovascio), migliorare la manutenzione della rete fognaria (si tenga conto del notevole sviluppo della rete specialmente lungo i corsi d’acqua, su terreni franosi e scoscesi, ricoperti di boschi ecc), meglio calibrare gli interventi manutentivi (per es. sviluppando anche la segnaletica stradale, risistemando in modo programmato nel tempo i marciapiedi, terminando alcuni interventi straordinari a Solzago (piazza Borella), a Rovascio (Piazza Rovascio), a Ponzate (Nuovo parcheggio)). Interessante potrebbe essere la
creazione di un impianto di termovalorizzazione
del legno (proveniente dai nostri boschi e dalla piattaforma
per la raccolta differenziata) per il teleriscaldamento delle case
come già avviene nella vicina Valtellina. Per Angelo Borella è stato appena
iniziato il percorso successivo, cioè quello dello sviluppo dei servizi,
come per es. il servizio di assistenza domiciliare, o la creazione di una
piccola azienda forestale per la manutenzione dei boschi, che potrebbe
dare lavoro a disoccupati del territorio. E’ da considerare seriamente
la situazione degli asili sul territorio (l’asilo Bagliacca di
Tavernerio e l’asilo Borella di Solzago), entrambi
insufficienti a soddisfare tutte le richieste attuali e tanto meno quelle future, sicuramente destinate ad aumentare con l’aumento
della popolazione. E’ pronto
per decollare il percorso che deve portare alla realizzazione della Corte
Nuova, per la quale saranno da prendere decisioni importanti
sull’assetto immobiliare della Società, che nel frattempo ha operato
importanti acquisizioni patrimoniali. D’altro canto è assolutamente
necessario che tali decisioni vengano prese subito affinché si possa
innescare per la società quel meccanismo di reperimento delle risorse
dalla gestione degli immobili. Per il Consorzio sarebbe importante
aumentare il numero dei Comuni Soci, in modo da aumentare il personale,
avendo la possibilità di fornire servizi ancora più completi come per
esempio l’estensione dell’orario di servizio alle ore serali o
notturne. Una nuova visione politica Il
processo di aziendalizzazione dei servizi non è stato e non è tuttora un cammino privo di difficoltà. Per poter proseguire sulla strada intrapresa, è
necessario un inevitabile cambiamento
del ruolo degli amministratori comunali nei confronti delle aziende. L’obbiettivo è fare di Tavernerio
una città, cioè una comunità dotata di tutti quei servizi che la
possano qualificare come tale. Il ruolo politico degli amministratori Il
vecchio compito degli assessori che decidevano i dettagli
per dare il sostegno ai bisognosi, sostituendosi così ai tecnici,
è finito. Ora sono le aziende che
sono chiamate a gestire i servizi. Esse hanno organi amministrativi,
organi tecnici, organi di controllo per effettuare queste operazioni. Agli amministratori comunali spetta
ora, sempre più, il compito qualitativamente politico di dare gli indirizzi e
controllarne i risultati. Il ruolo dei tecnici nell’amministrazione Di fronte a più aziende ai politici
inoltre spetta sempre più il compito di ragionare in termini di Holding,
cioè di gestione di sistema, organico e
armonizzato delle aziende: far tornare i conti esaminando professionalmente i dati tecnici, per questo ricorrendo
al parere professionale dei tecnici. Questi devono far parte della Giunta, o comunque devono essere ad essa intimamente collegati, in modo da armonizzare
il loro operare con l’operare
politico degli altri membri. La vecchia Giunta non
adeguandosi a questo cambiamento epocale, assolutamente inarrestabile, va
incontro ad involuzione e a morte, rischiando di rendere inefficace anche
il nuovo assetto aziendale. La vecchia Giunta finora ha sempre ragionato in termini passivi:
come il buon padre di famiglia, di fronte ad una determinata entrata fissa
(quella delle imposte e dello Stato), decideva quali spese
effettuare: alla fine il bilancio doveva quadrare. Questo tipo di azione è
abbastanza facile e alla portata di qualsiasi
persona di buon senso. In presenza di due aziende, ciascuna dotata di
consiglio di amministrazione, collegio sindacale, uffici amministrativi e
tecnici, ciascuna con fatturati di centinaia di migliaia di euro, controllare i conti diventa molto
impegnativo. Non è più mestiere per qualsiasi persona di buon senso: la
vecchia Giunta deve cambiare. Deve professionalizzarsi. Questo l’attuale Giunta non è stata
in grado di fare, a iniziare dal Sindaco che è conscio dei propri limiti. La
Giunta avrebbe potuto ovviare alla sua carenza strutturale, adottando dei
tecnici al suo interno. Le
proposte in questo senso del Sindaco sono state rifiutate. La perdita di potere personale. Per
la vecchia Giunta, l’aziendalizzazione comporta una perdita di potere
personale. Non è più l’Assessore che decide a chi concedere il
contributo per i bisognosi o l’assegnazione della casa popolare. Non è
più l’Assessore che decide dove far passare il tubo dell’acqua o quali piastrelle
acquistare. Questi compiti davano una certa soddisfazione personale,
legata all’esercizio del potere che il sistema delle aziende elimina. Questa mal
interpretata diminuzione di potere personale rappresenta un
ostacolo formidabile sulla strada della aziendalizzazione. I conti di Service 24 Divisione L’elemento
che ha fatto precipitare la crisi di Giunta attuale è stata la
situazione dei costi della Divisione al 30 settembre 2004, indicata dagli Uffici di Service
24, confermata dal preconsuntivo al 31 dicembre 2004, sulla quale è stato
costruito il bilancio di previsione del comune per il 2005. I costi della
Divisione superavano quelli previsti dalle convenzioni.
La sfiducia dell’esecutivo nei
confronti della Divisione innescata dai conti
riferiti, ha portato ad un processo sommario nei confronti della Divisione
stessa, ritenuta strutturalmente sovradimensionata rispetto alle dimensioni del nostro Comune. La Giunta rifiutò il tentativo
del Sindaco di nominare come
nuovo rappresentante all’interno del Consiglio di amministrazione di
Service 24 un consulente aziendale, che tra l’altro era stato il
consulente in fase di costituzione e il Presidente poi della Società
stessa e che quindi ne conosceva ogni dettaglio. Il CDA della Società non avanzò alcuna ipotesi correttiva a breve
o a lunga scadenza se non quella,
improponibile, di tagliare le
convenzioni e licenziare
il personale. Commenti sui costi Il rendiconto economico della divisione
servizi presentato dal Consiglio di Amministrazione appare largamente
inaccettabile. I motivi di inaccettabilità sono
sostanzialmente tre. In primo luogo l’inserimento della
voce: “quota costi comuni amministrativi sede” per un importo
complessivo significativo, non ha riscontro storico nelle precedenti
redazioni del bilancio e non appare né legittima, né strutturata nel suo
percorso deliberativo. Secondariamente la logica di suddivisione
del costo del personale e di quello della struttura è significativamente
variato, senza motivo alcuno, a
pesante danno del Comune di Tavernerio, senza che questo abbia avuto
adeguata legittimazione e approvazione da parte dell’Ente locale. In
terzo luogo non sono considerati, quindi nemmeno suddivisi, i costi di
locazione complessivi che il Comune di Tavernerio sostiene per conto della
Divisione servizi. Le riserve sono quindi di metodo e di
merito e obbligano ad assumere una posizione negativa verso l’attuale
redazione del rendiconto economico. Ovviamente l’insieme di quanto
osservato a proposito della gestione amministrativa impone un cambiamento
nella rappresentanza del Comune di Tavernerio all’interno del CdA in
scadenza, in direzione di una più attenta tutela degli interessi
dell’Ente stesso. I perché di una scelta Le dimissioni dalla carica di Sindaco sono una decisione difficile e a lungo
meditata, che è motivata dal sommarsi di molteplici considerazioni, in parte già delineate. Lo sbilanciamento dei costi della
Divisione, sebbene non analizzato convenientemente, ha provocato una
totale sfiducia da parte della Giunta e della maggioranza dei Consiglieri nella Divisione e nella formula della aziendalizzazione
in genere. Tale sfiducia si è manifestata anche nei confronti della
Angelo Borella di cui si temono fenomeni analoghi. La sfiducia è tale da far considerare
la Angelo Borella una specie
di mostro in quarantena da
tenere cioè in cantina anziché un treno da fare correre. Si è messo in moto un processo di restaurazione
attraverso il quale si tenta di riappropriarsi di quegli spazi di governo che erano andati perduti con l’affidamento alle aziende
di molte funzioni. Il processo
che ho descritto in precedenza si sta arrestando, compromettendo
gravemente la prosecuzione del cammino iniziato. Ma l’arresto del cammino iniziato non
rappresenta una semplice pausa: se così fosse,
si potrebbe sperare in una successiva ripresa. E’ invece inevitabile che un
arresto comporti un rapido
deterioramento dello stato di salute delle aziende in quanto la loro esistenza è legata ad una continua riflessione sulla loro
attività. Ho già detto che per
Angelo Borella, che è l’azienda più importante per il futuro del
Comune, è fondamentale l’intervento sul patrimonio. Per la Divisione è importante la
quadratura dei conti intervenendo
sulle tariffe dell’acqua del nostro Comune. Gli studi dell’ATO
prevedono tariffe per l’acqua almeno
tre volte maggiori di quelle attualmente vigenti nel comune di Tavernerio.
Prevedendo naturalmente un servizio migliore. Basti pensare che per
l’acqua stiamo spendendo la stessa cifra che spendiamo per la gestione
dei rifiuti. Per l’acqua che è la vita, spendiamo come per i rifiuti:
è uno sbilanciamento assurdo, bisogna spendere di più per l’acqua. L’arresto
del processo innescato in questi anni rischia pertanto di portare il
nostro comune alla paralisi. Questo è il motivo per cui ritengo doveroso
che l’attuale Amministrazione subisca una battuta d’arresto e un ricambio radicale, a costo di
ritornare a chiedere lo stesso grande consenso elettorale ottenuto. Chi verrà dopo dovrà possedere quelle caratteristiche che ho prima
delineato: chiarezza di intenti politici, professionalità
gestionale, passione per il rinnovamento mettendo al primo posto
l’attenzione per i più deboli. Se potrò dare una mano come elemento
di continuità, non mi tirerò indietro. Ringraziamenti Desidero ringraziare innanzitutto i
colleghi di Giunta, i Consiglieri e il Capogruppo per i quali la mia stima
personale rimane immutata. Insieme abbiamo passato anni molto intensi,
appassionati, durante i quali abbiamo fatto moltissime cose che ritengo
abbiano cambiato non poco il volto del nostro Comune. Ringrazio poi tutte quelle persone che
direttamente o indirettamente hanno confortato questa amministrazione
durante il suo cammino. Un ringraziamento particolare per il personale
dipendente del Comune e per i Consigli di Amministrazione di Service 24,
del Consorzio di Polizia Locale e di Angelo Borella, nonché per i
rispettivi Presidenti e per il Comandante del Consorzio. In particolare
ringrazio il Dr.Aiani per l’enorme mole di lavoro che ha profuso nella
Divisione e ora in Angelo Borella, dopo
essere stato giustiziato sommariamente
dalla maggioranza dei consiglieri. Ringrazio tutto il personale delle Società e del Consorzio, in particolare
quello della Divisione che ha sempre prestato la sua opera con passione e
dedizione, spesso andando oltre l’orario e gli obblighi cui era tenuto,
nell’intento di sviluppare questi nuovi compiti.
Tavernerio, venerdì 18 marzo 2005
Di Admin (del 30/05/2005 @ 13:58:26, in Archivio redazionali, linkato 2722 volte)
AL
REFERENDUM SULLA PROCREAZIONE ASSISTITA: UNA DOMANDA E UNA SCELTA. Insieme
a Bartolomeo Sorge ( Aggiornamenti Sociali, n. 4, 2005, pag. 257-260)
crediamo che un referendum abrogativo non sia lo strumento adatto per
decidere su questioni così complesse come la procreazione assistita.
Problemi di questa portata richiedono un grande lavoro di dialogo,
ascolto, convergenze su valori comuni quali si possono costruire
solo seguendo il normali iter parlamentare e non costringendo la gente a
semplificare brutalmente i problemi dicendo si o no ad una legge già in
vigore. Premesso
questo e dovendo comunque prendere una posizione per domenica 12 giugno,
crediamo utile offrire il
seguente spunto di riflessione. Prima
di considerare i molteplici elementi di una riflessione
che sta coinvolgendo il paese in favore del si o del no, ci dobbiamo porre
una domanda fondamentale: eludere questa domanda
e non darle una
risposta precisa, fa scaturire posizioni ambigue o contraddittorie. La
domanda è questa: l’embrione umano ( cioè il prodotto della
fecondazione dell’uovo femminile da parte dello spermatozoo maschile,
fin dal suo primo momento, nello stadio monocellulare e poi nei
successivi) è da considerare un uomo o no? E’
la stessa domanda che ci dobbiamo porre di fronte al problema
dell’aborto. Perché, se l’embrione, in qualsiasi stadio di sviluppo
si trovi, è da considerare un uomo, non è possibile non attribuirgli i
diritti e la dignità dell’uomo; se invece non è da considerare un
uomo, è possibile ammetterne l’utilizzo per studi, esperimenti,
manipolazioni che ne possano anche comportare la distruzione. La questione
è tanto grave quanto oggetto di discussione e i pareri della scienza in
merito sono poco illuminanti se non addirittura superficiali e devianti. Alcuni
pensano che l’embrione sia solo un uomo in potenza, ma non ancora
sviluppato e quindi non ancora dotato di quelle caratteristiche che lo
rendono uomo: non sono ancora sviluppati gli organi, né tanto meno il
cervello, dunque l’embrione è ancora un semplice frammento di tessuto
biologico manipolabile. Alcuni, trasformandosi in interpreti del creatore,
sostengono che è inverosimile che Dio infonda l’anima in una masserella
biologica che ha si il DNA dell’uomo ma che è ben lontana
dall’esserlo veramente. Altri sostengono che è l’attività psichica
quella che conferisce
l”umanità” al feto e quindi discutono su quale sia il momento in cui
il feto acquisisce l’attività psichica, senza possibilità neppure
scientifica di definire tale momento. Pensiamo
che argomentazione di questo
tipo siano spesso pretestuose, a volte addirittura ridicole. Non
entriamo in merito a ciascuna di esse. Vogliamo solo fare una
osservazione che chiunque
potrebbe fare, anche chi non è biologo o teologo. Esiste
un momento lungo lo sviluppo dell’embrione in cui è possibile
stabilire il passaggio dallo stadio di tessuto biologico privo di
dignità umana a quello di “uomo” ? Un momento critico potrebbe essere
quello della nascita, ma nessuno sembra disposto a riconoscerlo come il
momento di passaggio che cerchiamo. La legge stessa considera
l’uccisione del neonato come omicidio. Esiste allora un altro momento,
più anteriore nello sviluppo dell’embrione, in cui tale passaggio è
evidenziabile? La legge permette l’aborto fino al
termine del 2° mese di gravidanza, facendo intendere che tale
momento potrebbe essere quello che cerchiamo. Tale termine ha un suo
razionale , in quanto entro
quella data si completa la differenziazione dei vari organi del feto
(embriogenesi) quindi prima di quella data l’embrione non è ancora
completamente formato e quindi non assomiglia ancora fisicamente ad un
uomo completo. Ma
anche la scelta di questo momento è una convenzione, è un arbitrio : che
differenza c’è tra 60 giorni e 59, o 58 o 50….? Non è possibile
fissare biologicamente, scientificamente , un momento preciso in cui si
verifichi un passaggio da uno stadio “preumano” a uno stadio
“umano”, perché lo
sviluppo biologico dell’embrione è un continuum senza salti, come
è un continuum lo sviluppo del tageto che vediamo crescere sul
balcone di casa nostra. Se
questo è vero pertanto non è possibile fissare un momento dello sviluppo
dell’embrione prima del quale esso
non ha il diritto di venir considerato uomo, quindi non è possibile altra
conclusione che fin dal suo primo esistere come prima cellula embrionale,
il prodotto del concepimento debba essere considerato un essere
umano e quindi non passibile di manipolazioni con fini diversi da quelli
del suo bene. Non
accettando tale impostazione si introducono criteri di giudizio arbitrari
e soggettivi, che neppure
gli uomini di scienza onesti dovrebbero avallare: non perché è piccolo e
informe, l’embrione non ha dignità di uomo; come non perché è brutto
o difettoso, l’uomo adulto non ha dignità di uomo. Non perché
l’esperimento sull’embrione può portare grandi progressi scientifici,
per questo dobbiamo dimenticare la sua dignità, così come tutti non
ammettono esperimento sugli uomini adulti anche
se disabili. D’altro canto la scienza è in grado di progredire battendo
strade alternative, e gli esperimenti di Hitler sugli Ebrei hanno ben poco
contribuito al progresso della medicina. Per
questi motivi squisitamente umani riteniamo che la legge esistente, per
quanto imperfetta e migliorabile, debba essere sostenuta. Il nostro è
dunque un NO ai quesiti referendari. Il
miglior modo per far vincere il NO è non recarsi alle urne in modo da far
mancare il quorum ( se la percentuale dei votanti del referendum è
inferiore al 50%, il referendum non è valido) Non
è una astensione, non è un venire meno al dovere civico come lo sarebbe
il non andare a votare alle elezioni politiche, la cui validità non
dipende dalla percentuale dei votanti. Tavernerio, lunedì 30 maggio 2005
Di Admin (del 30/05/2005 @ 14:02:57, in Archivio redazionali, linkato 2752 volte)
Art.
1 E' costituita l'Associazione Culturale
TAVERNERIOCITTA. Essa ha sede in Tavernerio Via San Bartolomeo n. 10. Il
trasferimento della sede può aver luogo su deliberazione dell'Assemblea
dei soci. Art. 2 La durata dell'Associazione è fissata
al 31.12.2035. Art. 3 L'Associazione riunisce quanti mirano
allo studio, alla valorizzazione ed alla difesa del patrimonio sociale,
storico e ambientale del Comune di Tavernerio.
Il vincolo, pertanto, che lega quanti si
riuniscono nell'Associazione è la predilezione per indagini e prospettive
che tengano conto di analisi in chiave culturale, economica e sociale.
L'Associazione, in tal senso, ritiene la
coscienza critica del passato elemento indispensabile alla formazione di
una società che possegga solide basi di etica e civiltà politica.
L'Associazione
nell'accogliere quanti fermamente respingono ogni sorta di razzismo,
particolarismo e campanilismo,
si propone come elemento in grado di affrontare e contrastare ogni
tentativo di interpretare le problematiche del territorio del Comune di
Tavernerio che tenga conto di analisi parziali.
L'Associazione ritiene questi ultimi
atteggiamenti, oltre che sterili, spesso elementi facilmente incentivanti
nei confronti di visioni ed interessi di parte nonché di politiche miopi
ed irriguardose del tessuto sociale, del territorio e dell'ambiente.
L'Associazione si propone di porsi come
parte ideale tra quanti individuano, con sensibilità, responsabilità e
competenza, problematiche e fattori di arretratezza
socio-politico-culturale, e si impegnano, nelle loro possibilità, a
rimuoverne le cause ed a formulare auspicabili prospettive. La
formulazione sintetica dello scopo sociale è favorire l’insieme delle
condizioni culturali, sociali, politiche, ambientali, aggregative e di
comunicazione per fare di
Tavernerio una comunità dotata di tutti quei servizi e delle qualità che
la possano qualificare come città, in un contesto che faccia emergere la
centralità della persona. Art. 4 L'Associazione non persegue fini di
lucro. Il fine dell'Associazione è quello di: -
valorizzare, recuperare, qualificare e potenziare il tessuto sociale,
urbanistico, produttivo, culturale e l’ecotessuto del Comune di
Tavernerio; - programmare, produrre e gestire
un'attività culturale, editoriale-informatica, sia individuale che di
gruppo, nell'intento di realizzare opere e strumenti di divulgazione e
fornire servizi culturali; - offrire opportunità di aggregazione,
di impegno e di crescita culturale a quanti, insoddisfatti dell'attuale
situazione socio-culturale del paese aspirino a formare e diffondere
modelli etici e di rappresentanza pubblica conformi coi principi di
promozione umana e sociale; - svolgere qualsiasi altra attività
connessa ed affine alla realizzazione degli scopi sociali. Art. 5 Strumento della diffusione delle idee,
proposte ed elaborazioni dell'Associazione sarà prevalentemente il sito www.taverneriocitta.it,
ed ogni altro mezzo ritenuto opportuno. Si specifica che la linea editoriale del
sito è stabilita totalmente e ad insindacabile discrezione del Consiglio
Direttivo. ORGANI SOCIALI Art. 6 Sono organi dell'Associazione:
a) l'Assemblea dei soci;
b) il Presidente;
c) il Consiglio Direttivo;
Art. 7 I
soci dell'Associazione si distinguono in: Soci
fondatori e Soci ordinari. La
quota associativa annuale è fissata in €.10,00 (diecieuro) I nominativi e le generalità dei soci
sono registrati in apposito registro.
L'Assemblea dei soci è composta dai
soci fondatori e ordinari; si riunisce almeno una volta all'anno o più a
discrezione del Presidente e su convocazione del Presidente stesso.
Il Presidente deve convocare l'Assemblea
dei soci quando ne facciano richiesta almeno dieci membri. Le convocazioni
vengono effettuate con avviso verbale. Art. 8 Soci fondatori
Soci fondatori sono coloro che hanno
costituito l'Associazione. Art. 9 Soci ordinari
La qualità di socio ordinario si
ottiene previa richiesta all'Assemblea dei soci,
alla quale spetta l'eventuale accettazione a maggioranza.
Condizioni imprescindibili per
l'ottenimento della qualità di Socio ordinario sono l'accettazione dello
Statuto e la disponibilità alla partecipazione attiva alle attività
dell'Associazione. Ogni socio ordinario è tenuto a
rinnovare annualmente la propria adesione mediante comunicazione al
Consiglio Direttivo. Art.10 Tutti i soci hanno diritto al voto nelle
Assemblee e ad essere eletti negli organi sociali. Il Consiglio Direttivo potrà di anno in
anno stabilire l'ammontare del contributo che sarà richiesto a ciascun
socio una volta sola al momento della sua ammissione e potrà, sempre di
anno in anno, stabilire l'ammontare di eventuali quote associative. L'eventuale quota associativa ed il
contributo associativo non sono trasmissibili, ad eccezione dei
trasferimenti a causa di morte e gli stessi non sono rivalutabili. Art. 11 Decadenza.
La qualità di socio effettivo si perde:
a) per dimissioni;
b) per decadenza qualora non si rinnovi
l'adesione all'Associazione. L'ASSEMBLEA DEI SOCI Art.12 L'Assemblea dei soci esercita i seguenti
poteri: a) approva, a maggioranza dei 2/3 dei
soci stessi le modifiche dello Statuto; b) approva, a maggioranza dei presenti,
entro il 30 aprile di ogni anno il conto consuntivo, composto da un
rendiconto economico e finanziario, ed il bilancio preventivo.
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DIRETTIVO Art.13 Il Presidente rappresenta l'Associazione
di fronte ai terzi ed è responsabile dell'attività della stessa.
Egli ha la rappresentanza in giudizio,
la firma dell'Associazione, congiuntamente con il Tesoriere, in tutte le
questioni di carattere finanziario per le quali, peraltro, può concedere
delega ad un Consigliere. Art.14 Il Presidente, eletto a maggioranza
dall'Assemblea dei soci, dura in carica due anni ed è rieleggibile.
Art.15 In caso di impedimento temporaneo le
funzioni di Presidente sono esercitate da un Consigliere eletto dalla
maggioranza del Consiglio Direttivo. L'elezione del nuovo Presidente deve
avvenire entro trenta giorni dal momento in cui si è verificato
l'impedimento. CONSIGLIO DIRETTIVO Art. 16 L'Associazione è retta da un Consiglio
Direttivo composto da 3 membri dei quali uno è il Presidente
dell'Associazione, due sono eletti a maggioranza dall'Assemblea. Tra questi due uno è nominato dal
Presidente con funzioni di Segretario e Tesoriere. I membri del Consiglio Direttivo durano
in carica due anni e sono rieleggibili. Art. 17 Il Consiglio Direttivo, tra l'altro: a) delibera su tutte le questioni di
carattere amministrativo, finanziario ed organizzativo e su quelle che
comunque interessino l'attività sociale; b) presenta annualmente il Bilancio
dell'Associazione all'Assemblea dei soci. Art. 18 Il Consiglio Direttivo si riunisce su
convocazione del Presidente ed assume validità unicamente con la presenza
di almeno due componenti. Il Consiglio Direttivo si riunisce di
norma una volta al mese, ma può essere convocato in ogni momento su
richiesta del Presidente o di almeno due Consiglieri. PATRIMONIO DELL'ASSOCIAZIONE Art. 19 Il patrimonio dell'Associazione è
costituito dai contributi di ammissione, dalle eventuali quote
associative, e da ogni altro provento che dovesse pervenire. Gli eventuali utili o avanzi di
gestione, non che i fondi, le riserve o il capitale durante la vita
dell'Associazione non potranno essere distribuiti, anche in modo
indiretto, salvo che la destinazione o la distribuzione non siano imposte
dalla Legge. SCIOGLIMENTO E LIQUIDAZIONE Art. 20 Addivenendosi per qualunque causa allo
scioglimento dell'Associazione, la liquidazione sarà demandata a tre
persone nominate dall'Assemblea che ne determinerà i poteri. In caso di scioglimento, per qualunque
causa, il patrimonio dell'Associazione verrà devoluto ad altra
Associazione con finalità analoghe o a fini di pubblica utilità. VARIE E GENERALI Art. 21 Per quanto non disposto nel presente
Statuto valgono le norme e le disposizioni del Codice Civile. Art. 22 Il presente Statuto potrà essere
integrato da un regolamento che ne attui gli enunciati e che dovrà essere
approvato dall'Assemblea dei soci con la maggioranza dei 2/3 dei presenti.
Art. 23 Tutti
i soci sono invitati a proporre al Consiglio Direttivo, per iscritto,
proposte e suggerimenti concernenti l'attività di organizzazione e
promozione dell'Associazione.
Lettera
aperta ai cittadini di Tavernerio Tavernerio,
maggio 2005 Il
Comune di Tavernerio, dal giorno 19 Aprile 2005, è amministrato dal
Commissario Prefettizio. Questo
è il risultato a cui siamo giunti dopo che il Sindaco dottor Fabio
Rossini ha rassegnato le dimissioni in aperto e palese contrasto con tutta
la Giunta e con la maggioranza dei Consiglieri Comunali; nonché
in pieno contrasto con la volontà degli elettori che a loro tempo hanno
dimostrato tutto l'appoggio e tutta la fiducia a questo gruppo vincente. al nostro
paese si farà subire, per espressa volontà del Sindaco, un anno intero
di fermo amministrativo e decisionale prima di andare alla nuova tornata
elettorale; di conseguenza verranno meno sia gli impegni programmatici
sottoscritti sia le aspettative degli stessi cittadini. I
fatti: Il
Comune di
Tavernerio si è dotato, nel corso degli ultimi anni, di due aziende per
la gestione dei propri servizi: o
SERVICE 24 SPA
per
la gestione dei rifiuti e, all'interno di questa, la creazione di "DIVISIONE
SERVIZI" per gestire le manutenzioni e la cura del patrimonio
comunale; o
AB ANGELO BORELLA SPA
per
la gestione dei servizi sociali in collaborazione con la Fondazione
"Asilo Angelo Borella", con l'ambizioso obiettivo di realizzare
la Casa di riposo "Corte Nova". All’inizio
dell'anno 2004 la Giunta chiedeva, a chi di fatto gestiva la Divisione
Servizi, cioè al Consulente Responsabile dott. Giovanni Aiani, di
mantenere il budget di spesa come previsto dalle convenzioni affidate, in
quanto era intenzione dell'Amministrazione Comunale, rientrare nei
parametri previsti dal "patto di stabilità interno" (legge
finanziaria). A metà
dell'anno 2004 le previsioni di spesa davano già uno sforamento di circa
€ 270.000,00. Di fronte alle contestazioni dei componenti della Giunta
Comunale lo stesso Consulente Responsabile, abbandonava la riunione di
Giunta rifiutando di fornire alcuna giustificazione del suo operato; da
quel momento in poi, rifiutava altresì, un qualsiasi tentativo di
incontro chiarificatore nonostante le ripetute sollecitazioni inoltrate
attraverso il Sindaco, di cui era ufficialmente il "Capo di
Staff". Ovvia a
questo punto, la scelta attuata di rimuovere il Responsabile
dall'incarico. Alla fine
dell'anno 2004, a seguito di una precisa verifica contabile dell'operato
dell'allora Consulente Responsabile in carica, la situazione gestionale
della Divisione Servizi, portava in evidenza un risultato totale debitorio
pari ad € 500.000,00. A questo
punto la Giunta ed i Consiglieri di Maggioranza chiedevano al Sindaco di
avallare una serie di decisioni da presentare in un apposito Consiglio
Comunale:
·
la costituzione di una Commissione Consiliare,
con apertura alle minoranze, avente lo scopo di ·
la nomina di un legale, allo scopo di tutelare gli interessi
dell'Amministrazione e quindi dei Cittadini di Tavernerio; ·
la verifica e la riscrittura di tutte le convenzioni con
Divisione Servizi ed il rilancio di quest'ultima in base ad un aggiornato
piano industriale; ·
la richiesta delle dimissioni del dott.Giovanni Aiani dalla
carica di Presidente della società A.Borella spa, motivando tale
richiesta in base ad un semplice principio di coerenza: che finché non
fossero state accertate o escluse responsabilità dello stesso nella
direzione della Divisione Servizi, si riteneva inammissibile che egli
potesse continuare nell'incarico di gestire l'altra Società del Comune; In
risposta e come risultato delle preoccupazioni della Giunta e dei
Consiglieri Comunali sono state le dimissioni del Sindaco, dott.Fabio
Rossini con il conseguente scioglimento del Consiglio Comunale! Questa
maggioranza non rinnega niente di quanto previsto dal programma
elettorale, neppure in fatto di aziendalizzazioni; continua ad essere
convinta della bontà delle proposte al passo coi tempi, ed in grado, se
ben dirette, di dare risposte dinamiche e con un'ottima resa economica e
gestionale; le considerazioni riguardano
l'esperienza
ci ha insegnato come non basti l'intelligenza ma sia necessaria anche una
forte componente etica e di onestà, onestà politica e morale: una società
a capitale pubblico non funziona semplicemente perché è moderno
costituirla, ma perché è diretta e gestita da persone che hanno a cuore
gli interessi della collettività e non il soddisfacimento di ambizioni o
interessi personali;
sistema
che deve essere sempre più puntuale quanto più importante e onerosa è
la gestione della società. L'Amministrazione Comunale aveva costruito sì,
un sistema di controlli estremamente preciso e autorevole, che faceva
riferimento sull'autorità della figura istituzionale del Sindaco. Ciò
che non era stato preventivato è che il Sindaco avallasse decisioni
esterne all'Amministrazione, vanificando di fatto sia i controlli che gli
indirizzi delle società stesse e che di fronte a precise responsabilità
politiche si defilasse dalle stesse, dando le dimissioni. f.to
i Consiglieri uscenti Brambilla
Roberto Citeroni Monica Di Gregorio Domenico D'Onofrio Generoso lnvernizzi
Pierluigi Olivieri Renato Perlasca Nicoletta Prete Cosimo
Di Admin (del 17/06/2005 @ 16:33:35, in Archivio redazionali, linkato 6761 volte)
Tavernerio,
15 giugno 2005 I
motivi delle dimissioni del Sindaco sono già stati riportati sul sito
www.taverneriocitta.it. Verranno
qui ripresi alcuni punti su sollecitazione del volantino recentemente
distribuito dalla
giunta e sottoscritto solo da 4 dei 7 consiglieri uscenti. Nel
documento citato si parla di
sforamenti clamorosi nella gestione di Service 24 Divisione servizi
adombrando irregolarità di gestione da parte del consulente tecnico dr.
Aiani di cui si sarebbe dovuto accertare o escludere eventuali
responsabilità. Nessun
cenno viene fatto nei confronti degli
organi di controllo della Società cui spetta il dovere di vigilare
sull’operato della società stessa ( CDA, collegio sindacale e revisori
dei conti). Nessun
cenno viene
fatto sulla totale assenza di qualsiasi rilievo redatto formalmente dalla
Giunta o dall’Assessore al Bilancio all’indirizzo del Consiglio di
Amministrazione di Service 24. Non
si dice che il rappresentante del Comune
di Tavernerio in seno al CDA di Service 24 è stato per 2 volte sfiduciato
dal Sindaco, cui spetta la responsabilità di nominare
tale figura e che tale persona trovasi ancora in carica in seno al
CDA, dopo essere stato cooptato irregolarmente dagli altri membri, contro
le regole dello Statuto e dei patti parasociali. Attualmente il Comune
di Tavernerio non ha quindi un suo rappresentante all’interno
dell’organo amministrativo e di controllo di Service 24.
Non
si dice
che la Giunta uscente si oppose violentemente alla sostituzione del
rappresentante suddetto, tuttora rinominato contro la volontà del
Sindaco. Non
si dice nulla sulla natura dello “sforamento”,
che in buona parte è legato, come già detto nella precedente
dichiarazione, ad una irregolare distribuzione dei costi tra i comuni che
utilizzano la Divisione servizi, motivo per il quale il sottoscritto non
approvò il bilancio della Società e quindi neppure la redazione del
bilancio preventivo del Comune, dimettendosi. Non
si dice che tale irregolare distribuzione
dei costi è stata avallata dal consigliere delegato di Tavernerio,
sostenuto dalla Giunta e dai Soci di Orsenigo e indirettamente, di
Lipomo, coi quali la Giunta uscente aveva una consonanza politica e
una identità di vedute. Lo stesso asse nefasto tra Giunta uscente e il
Comune di Orsenigo ha portato alla impossibilità di governare il
Consorzio di Polizia Municipale che di fatto viene retto da un presidente
eletto ricattatoriamente dal Comune di Orsenigo, pure essendo questo socio
di minoranza. Non
si dice che
l’incarico del dr. Aiani in Service 24 spa era esclusivamente tecnico e
che mai la società ha avanzato alcun rilievo sul suo operato. Non
si dice che il consulente tecnico dr.
Aiani, aveva da molto tempo allertato la Giunta sulla necessità di
sviluppare nuove risorse per finanziare la capacità di intervento della
Divisione e che la Giunta rifiutò l’offerta di successivi incontri per
vagliare suggerimenti anche legati alla strategia amministrativa e
finanziaria della divisione. Che
anzi, dopo un processo “politico” sommario in assenza
dell’interessato, con l’approvazione di una parte dei consiglieri
comunali, senza nessuna indicazione proveniente da parte di Service 24, ne
fu decretato l’allontanamento immediato come si fa coi ladri rei
confessi. Non
si dice che
successivamente il Sindaco propose l’intervento alternativo di un
consulente finanziario che fu violentemente rifiutato come “servitore”
del dott. Aiani (era stato il consulente finanziario che aveva portato
alla costituzione di Service 24, di cui conosceva dall’interno i
particolari strutturali e finanziari). I
consiglieri uscenti firmatari del “volantino” sostengono di essere
tuttora convinti della validità del programma elettorale e in particolare
della scelta della aziendalizzazione dei servizi. Sarebbe
solo un problema di buona gestione e di controllo sempre più puntuale. Credo
che, da quanto si verificò negli ultimi tempi, vi sia una incongruenza
tra questo assunto teorico e la reale concezione che i consiglieri
firmatari hanno sul funzionamento delle aziende. Queste
furono create per decentrare la realizzazione degli indirizzi della
Giunta: ciò significa che una volta dati gli indirizzi, l’azienda
doveva essere in grado di portare avanti in autonomia gestionale la loro
realizzazione. Si
verificò invece il contrario: si cominciò a porre veti, a discutere ogni
cosa, perfino se sostituire una porta o se applicarvi o meno un
videocitofono. Il
Sindaco avallava invece le
decisioni operative delle società? Certamente:
altrimenti avremmo costituito delle Aziende Speciali, delle
“municipalizzate”, o meglio ancora
saremmo andati avanti a gestire i servizi come si faceva un tempo: in
Giunta, con gli Assessori che decidevano a chi dare i sussidi ai
bisognosi, o quale marciapiede aggiustare. Il problema è che parte dei
consiglieri non hanno mai accettato di perdere una importante fetta di
potere e di “soddisfazione personale” (orgoglio, ambizione personale,
ecc.) delegando alle aziende la realizzazione dei programmi. Esprimere
gli indirizzi di un’azienda, anche e soprattutto a capitale pubblico e
vigilare sul conseguimento dei risultati, esige un nuovo concetto di
“controllo”, diverso da quello farraginoso e poco competente di
amministratori pubblici privi di formazione adeguata. Si
stava profilando un processo di regressione, ritornando alla gestione
interna dei servizi, vanificando di fatto tutto il progetto di
aziendalizzazione. Per
esempio: invece di affidare, come era stato programmato, la gestione del
bar del centro civico alla Società Angelo Borella, creata apposta per
gestire i Servizi Sociali, si volle indire una nuova gara d’appalto,
perdendo l’occasione di attuare una gestione unica delle mense
scolastiche e del centro civico, che avrebbe potuto consentitre risparmi
di scala. Per
esempio ci si accingeva a decidere di gestire in proprio i nuovi
ambulatori comunali, rifiutando categoricamente di affidarli ad Angelo
Borella, creata apposta per gestire i servizi sociali. Abbiamo
costituito una società con l’Asilo Infantile “rag. Angelo Borella”,
dotandola di un capitale di 2 milioni di euro, per poi gestire i servizi
sociali con gli uffici comunali?, con l’assessore ai servizi sociali che
avrebbe dovuto vigilare sulla fornitura della carta igienica e sulla
osservanza dei contratti ? No,
il Sindaco avallava l’autonomia gestionale
delle società perché questo era ed è il vero vantaggio che nelle società
abbiamo sempre cercato. Altra cosa è l’indirizzo politico che la Giunta
deve dare alle aziende partecipate: questo rimane al centro di tutto il
progetto di aziendalizzazione. E l’azione di controllo sulla spesa e sul
raggiungimento degli obiettivi, che non vanno confusi con il controllo sui
singoli atti gestionali. Per questo non credo più alla maggior parte dei consiglieri uscenti quando dicono che per loro il progetto è ancora valido. Dicono
una cosa e ne pensano un’altra. Per non parlare della scarsa convinzione
di alcuni consiglieri sulla validità tout court della costituzione di una
Società Per Azioni per la gestione dei servizi sociali, ritenuta
probabilmente incompatibile con le vecchie concezioni statalistiche di una
parte della sinistra: in una accesa riunione del gruppo politico, quando
si trattò di approvare la costituzione di Angelo Borella spa, un
autorevole membro della sinistra storica di Tavernerio minacciò di
portarne al Tribunale Amministrativo Regionale lo statuto ritenendolo
illegale. In
conclusione, le dimissioni del Sindaco non sono state dettate dalla volontà
di defilarsi dalle responsabilità, ma dalla impossibilità di portare
avanti un progetto complesso, con persone che si muovevano ormai in
direzione contraria, rifiutando l’apporto di tecnici in grado di fornire
chiavi utili per intervenire sulla gestione e sui bilanci delle società e
del Comune. Continuando sullo stesso passo, il Paese avrebbe avuto una pausa amministrativa non di un anno, ma di tre anni, con il sicuro mancato raggiungimento degli obiettivi fissati in campagna elettorale.
Firmato il Sindaco uscente dott. Fabio Rossini
Di Admin (del 08/07/2005 @ 15:06:39, in Archivio redazionali, linkato 4599 volte)
Tavernerio,
1 luglio 2005 Acqua
minerale e dintorni. Alla
cassa del supermercato davanti a me il carrello di un uomo di colore era
pieno di bottiglie di acqua minerale. Ho fatto una piccola ricerca su
internet: gli Italiani sono i maggiori consumatori di acqua minerale del
mondo: nel 2000 il consumo medio di acqua minerale è stato di Considerando
che un litro di acqua minerale costa
mediamente 0,4 € si può calcolare che
ogni italiano mediamente spenda in acqua
minerale circa 64 €
all’anno. Per una famiglia
di 3 persone sono mediamente
192 € all’anno. A
Tavernerio l’acqua del rubinetto (calcolo effettuato su un consumo medio
familiare di Quindi
noi paghiamo l’acqua minerale
1156 volte di più dell’acqua del rubinetto. Mediamente in
Italia, considerando il diverso costo dell’acqua del rubinetto e
dell’acqua minerale, si può dire che i cittadini italiani paghino
l’acqua minerale dalle 200 alle 1000 volte di più dell’acqua del
rubinetto. Il
business dei produttori di acqua minerale è evidente: 2,84 miliardi di
euro in Italia nel 2000. Poi
vi sono altri dati strani: gli
Italiani sono tra i maggiori consumatori di acqua
nel mondo: ogni italiano usa Su
questi dati si possono fare alcune considerazioni: l’uso smodato di
acqua minerale al posto di quella del rubinetto costituisce una voce
pesante del bilancio familiare. Ma costituisce anche una voce pesante nel
bilancio ecoambientale: pensiamo alla mole di contenitori di plastica da
produrre, smaltire e riciclare, ai carburanti consumati e ai gas prodotti
dagli automezzi pesanti che trasportano ogni giorno migliaia di tonnellate
di acqua. Pensiamo al possibile rilascio di aldeidi da parte del PET
(polietilene tereftalato) di cui sono fatte le bottiglie dell’acqua
minerale (su ogni bottiglia è riportata la raccomandazione di
“conservare lontano da fonti di calore ed al riparo dalla luce
solare”). Ma
vi è un altro elemento importante da considerare: di tipo politico.
Questo comportamento anomalo degli Italiani rispecchia la percezione che
la gente di ogni regione d’Italia ha del
servizio pubblico: dell’acqua dell’acquedotto non c’è da
fidarsi, meglio quindi bere acqua in bottiglia e spendere poco per
l’acqua pubblica. Se in passato vi furono problemi di inquinamento
dell’acqua erogata dai servizi pubblici (specialmente connessi con
l’uso di pesticidi in agricoltura), oggi i controlli di qualità
sull’acqua eseguiti dalle ASL e dai laboratori per conto dei gestori
dell’acqua, assicurano buoni standard qualitativi dell’acqua
distribuita, addirittura
migliori di quelli stabiliti per le acqua minerali per le quali vigono
regolamenti diversi e sotto alcuni aspetti più permissivi.
Dunque oggi non è giustificato sostituire
l’acqua di rubinetto con quella in bottiglia. Le risorse che gli
Italiani impiegano in questo consumo di moda, potrebbero essere impiegate
per contribuire a migliorare le malandate reti di distribuzione
degli acquedotti, e per salvaguardare meglio la purezza
dell’acqua distribuita. Una prova del disinteresse degli Italiani
per l’acqua pubblica, è lo spreco che essi fanno dell’acqua,
legato in parte, come
detto,alle perdite delle reti, ma anche
al consumo non oculato , che secondo gli esperti, potrebbe essere
ridotto del 50% senza ripercussione sul benessere dei cittadini (www.fondfranceschi.it).
Credo che su questo punto giochi un ruolo importante il costo
dell’acqua: troppo basso, non ostante le nostre regolari lamentele, per
far scattare l’attenzione al contenimento del consumo. Si verifica una
sorta di circolo vizioso: reti di distribuzione
obsolete e irrazionali, costo dell’acqua basso, mancanza di
risorse per migliorarle, spazio economico per acquistare inutile acqua in
bottiglia. Quale la soluzione? Non c’è altra soluzione che la seguente:
aumento delle tariffe dell’acqua, aumento delle risorse per migliorare
la rete, fornire acqua migliore, smettere di acquistare acqua in bottiglia
e risparmiare sul consumo di acqua. Questo trend è già in corso in
Italia e nel resto del mondo ed è inarrestabile. Studi di qualche anno fa
dell’ATO (la suddivisione
del territorio nazionale in sottoterritori più o meno coincidenti con le
Province, prevista dalla legge Galli per una gestione industriale del
ciclo integrato dell’acqua, da noi non ancora realizzata) portarono a
formulare una tariffa dell’acqua che tenesse conto dei costi attuali e
di quelli legati ai necessari futuri investimenti nel settore (rinnovo
degli impianti, completamento delle
reti di depurazione, introduzione dei sistemi di controllo dell’acqua
ecc.). Le tariffe così formulate prevedevano un aumento fino a 3000 lire
al metro cubo in 20 anni, (1,54 € al m3) seguendo le orme di molti altri
paesi europei nei quali già ora le tariffe si aggirano su questi valori.
Nel nostro paese ciò comporterebbe un aumento del costo
dell’acqua di almeno 4 volte rispetto all’attuale. Ci
attende un futuro di
maggiori costi, per una qualità maggiore dell’acqua, in un
quadro di maggiore attenzione alla conservazione, alla salvaguardia e al
risparmio di un bene che è sempre più prezioso e sempre meno illimitato. Il
signore di colore col carrello pieno di acqua minerale mi faceva pensare
alla sua Africa che muore di sete, e alla nostra distorsione sociale per
cui si preferisce pagare l’acqua da bere 1000 volte di più di quella
che esce dai rubinetti, finendo col trascurare un bene
tanto scontato quanto prezioso per noi e per le future generazioni. Un consiglio: se
l’acqua dell’acquedotto sa di cloro, poiché il cloro è volatile e
evapora, basta riempire la bottiglia sotto il rubinetto, metterla
in frigo senza tappo, il giorno dopo il cloro se ne sarà andato e
in famiglia nessuno capirà che avete risparmiato 0,5 € per il vostro
litro di ottima acqua proveniente dai profondi pozzi di bosco d’Azara.
Di Admin (del 01/10/2005 @ 09:59:21, in Archivio redazionali, linkato 2199 volte)
Domenica 25 settembre la comunità religiosa di Solzago, in festa, per la
ricorrenza della Madonna della cintura, si trovava in
processione. Fermi in p.zza Borella, sulla strada provinciale che collega Tavernerio a
Como, durante la sosta di preghiera di rito, tre vetture provenienti da Como
invadevano il corteo fermandosi, fortunosamente, all’interno di
questo. Una manovra che metteva in pericolo la sicurezza dei partecipanti alla
funzione, per fortuna senza conseguenze. Il servizio d’ordine era svolto da n. 1 agente di Polizia Locale che,
avendo due strade da chiudere e non potendo dividersi in due chiudeva il flusso
di veicoli provenienti da Tavernerio ma non aveva il tempo per spostarsi a
chiudere quello proveniente da Como, con il risultato che abbiamo
detto. Da ringraziare la buona volontà ed il tempestivo intervento di
alcuni cittadini che hanno provveduto a
fermare i veicoli. Un servizio di scorta e di controllo che, benchè annualmente ricorrente,
è stato organizzato in modo insufficiente, superficiale, inadeguato ai rischi
che la popolazione presente poteva correre. Non si mette in discussione il Consorzio di Polizia Locale ma si richiede, a pieno titolo, un servizio fornito con puntualità e competenza.
Di Admin (del 13/10/2005 @ 08:01:52, in Archivio redazionali, linkato 11679 volte)
FONDAZIONE
ASILO “RAG. ANGELO BORELLA” Statuto Art.1 Origini 1.
L’Asilo Infantile “Rag. Angelo Borella”, con sede in Tavernerio, via
Cesare Battisti n. 22, è sorto per iniziativa del Comm. Giuseppe Borella,
della Nobil Casa Crivelli Visconti, del Parroco, don Mirocleto Spaini,
coadiuvati da altre benemerite persone, ed ha cominciato a funzionare
nell’anno 1915. 2.
L’Asilo è stato eretto in Ente Morale con decreto Luogotenenziale
08.07.1917 ed è inserito dalla Regione Lombardia nell’Elenco delle
Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza – I.P.A.B. 3.
Con Deliberazione in data 14 ottobre 2003 l’assemblea generale dei Soci
ha avviato la procedura di depubblicizzazione e di trasformazione
dell’Ente in Fondazione di diritto privato, ai sensi del D.Lgs.
04.05.2001 n.207 e della L.R. 13.02.2003 n.1.
Art. 2 Natura giuridica L’Asilo
Borella è una fondazione privata disciplinata dagli art. 14 ss. del
Codice Civile e dal presente Statuto. Art. 3 Scopi 1.
La Fondazione Asilo “Rag. Angelo Borella”, di seguito denominato più
brevemente Fondazione ed anche Asilo, persegue esclusivamente finalità di
utilità sociale, con esclusione di ogni scopo di lucro, e non può
distribuire utili. 2.
La Fondazione si propone i seguenti scopi: a)
accogliere e custodire i bambini,
di ambo i sessi, in età prescolare, prioritariamente di Tavernerio,
secondo modalità e requisiti di ammissione stabiliti da apposito
regolamento interno; b)
provvedere, in collaborazione con
le famiglie, alla loro educazione fisica, morale ed intellettuale, nei
limiti consentiti dalla loro tenera età; c)
provvedere alla organizzazione e
alla gestione di eventuali ulteriori servizi integrativi e diversificati a
favore dell'infanzia, sempre nel rispetto della normativa vigente.
3.
La Fondazione integra lo scopo principale con quello di intervenire a
sostegno e sviluppo di attività finalizzate a soddisfare i bisogni di
carattere sociale e socio-assistenziale della comunità locale, con
riferimento prevalente ai problemi e alle esigenze della terza età. 4.
In particolare, la Fondazione: a)
promuove
l’assistenza di anziani in
via prioritaria con difficoltà familiari, ambientali ed economiche, anche
mediante la realizzazione e la gestione integrata di strutture di
accoglienza per anziani, in compartecipazione, per quanto è nella
disponibilità economico-finanziaria della Fondazione, con gli Enti
pubblici territoriali e con altre Istituzioni pubbliche e private; b)
promuove
la realizzazione di servizi integrativi o alternativi al ricovero, sia
all’interno che all’esterno delle strutture di accoglienza per
anziani; c) promuove,
in collaborazione con le famiglie, programmi di reinserimento e di
aggregazione sociale degli anziani. Art. 4 Vigilanza La
Regione Lombardia vigila sull’attività della Fondazione ai sensi
dell’art. 25 del C.C. Art. 5 Attività strumentali, accessorie e
connesse Per
il conseguimento dei suoi scopi la Fondazione potrà: a)
stipulare ogni opportuno atto o
contratto, anche per il finanziamento delle operazioni deliberate, tra
cui, senza l’esclusione di altri: l’assunzione di finanziamenti e
mutui; la locazione, l’assunzione in concessione o comodato o
l’acquisto, in proprietà od in altro diritto reale, di immobili; la
stipula di convenzioni di qualsiasi genere anche trascrivibili nei
pubblici registri, con Enti Pubblici o Privati, che siano considerate
opportune ed utili per il raggiungimento degli scopi della Fondazione; b)
amministrare e gestire i beni di
cui sia proprietaria, locatrice, comodataria o comunque posseduti; c)
stipulare convenzioni o altri
atti variamente denominati per l’affidamento a terzi
dell’amministrazione e della gestione dei beni di cui sia proprietaria,
locatrice, comodataria o comunque posseduti, nonché di tutte le attività
svolte o di parte di esse; d)
partecipare ad associazioni, enti
ed istituzioni, pubbliche e private, la cui attività sia rivolta,
direttamente od indirettamente, al perseguimento di scopi analoghi a
quelli della Fondazione; la Fondazione medesima potrà, ove lo ritenga
opportuno, concorrere alla costituzione degli organismi anzidetti; e)
costituire ovvero concorrere alla
costituzione, sempre in via accessoria e strumentale, al perseguimento
degli scopi istituzionali, di società di persone e/o capitali, nonché
partecipare a società del medesimo tipo, anche mediante il conferimento
in conto capitale di tutto o di parte del proprio patrimonio immobiliare
sia per costituire società sia per aumentare il capitale sociale di
società partecipate; f)
svolgere, in via accessoria e
strumentale al perseguimento dei fini istituzionali, attività di
commercializzazione ed ogni altra attività di supporto al perseguimento
delle finalità. Art. 6 Patrimonio 1.
Il patrimonio della Fondazione è
attualmente costituito dai beni mobili ed immobili e dai titoli azionari
descritti nell’atto di costituzione della Fondazione, del quale il
presente Statuto è parte integrante. 2.
Tale patrimonio potrà venire
aumentato o alimentato: a)
dai beni mobili ed immobili che
siano pervenuti o perverranno a qualsiasi titolo alla Fondazione, compresi
quelli dalla stessa acquistati secondo le norme del presente Statuto; b)
dalle elargizioni e conferimenti
fatti da Enti o da privati con espressa destinazione ad incremento del
patrimonio; c)
da contributi attribuiti al
patrimonio dal Comune di Tavernerio o da altri Enti pubblici. Art. 7 Risorse La
Fondazione provvede alla realizzazione dei propri scopi istituzionali
mediante: -
entrate patrimoniali; -
contribuzioni pagate dagli utenti
della Fondazione; -
contribuzioni sottoscritte dai
Sostenitori della Fondazione ai sensi dell’art. 8 del presente Statuto; -
ogni altro provento non destinato
ad aumentarne il patrimonio; -
utilizzazione diretta del
patrimonio immobiliare di proprietà o sua concessione in uso, mediante
apposita convenzione e previa deliberazione del C.d.A. assunta con il voto
favorevole di almeno 4 consiglieri; -
utili derivanti da partecipazioni
azionarie. L’immobile
sito in Tavernerio, via C.Battisti n.22 con relativa area di pertinenza,
sede della Fondazione, resta destinato alla realizzazione dei fini
istituzionali dell’Ente, come disposto dai Fondatori nelle tavole di
fondazione dell’Asilo Infantile “Rag. Angelo Borella”. Gli
eventuali atti di dismissione, vendita o costituzione di diritti reali
sull’immobile di Tavernerio, via c. Battisti n.22, sono assunti con
deliberazione del C.d.A., approvata con il voto favorevole di almeno 4
consiglieri; le deliberazioni così assunte sono inviate alla Regione
Lombardia che ne verifica la conformità all’atto costitutivo ed al
presente statuto. Art. 8 Sostenitori 1.
E’ istituito l’albo dei Sostenitori della Fondazione, nel quale
vengono iscritti i componenti della cessata Assemblea Generale del Soci
dell’I.P.A.B. Asilo Borella e le altre persone fisiche che
contribuiscono agli scopi della Fondazione con un contributo annuale,
nella misura che verrà determinata dal Consiglio d’Amministrazione. 2.
Per diventare Sostenitore della Fondazione occorre presentare domanda al
Presidente che la sottopone al C.d.A., il quale ne delibera a maggioranza
l’accettazione, motivando, tramite raccomandata con ricevuta di ritorno,
l’eventuale non accettazione. 3.Il
nuovo Sostenitore deve accettare, mediante sottoscrizione, l’obbligo a
pagare annualmente il contributo stabilito, prima dell’approvazione del
bilancio consuntivo. 4.
I Sostenitori iscritti all’Albo di cui al primo comma si riuniscono
almeno una volta all’anno su convocazione del Presidente. 5.
I Sostenitori iscritti all’Albo possono essere convocati ad iniziativa
del Presidente, della maggioranza del C.d.A., o di almeno un terzo dei
Sostenitori stessi. 6.
In prima convocazione l’adunanza è validamente costituita quando
intervenga la metà più uno dei Sostenitori; in seconda convocazione,
l’adunanza è validamente costituita quando intervenga un numero di
Sostenitori non inferiore al doppio dei componenti del C.d.A. 7.
Alle riunioni dei Sostenitori possono partecipare con diritto di parola
tutti i Sostenitori iscritti all’Albo; i nuovi Sostenitori potranno
votare trascorse intere 24 (ventiquattro) mensilità dalla data di
accettazione della domanda. 8.
I Sostenitori iscritti all’Albo, riuniti ai sensi del comma sei: a)
disciplinano, con regolamento
interno, modalità, procedure e tempi per la propria convocazione, nonché
le modalità di nomina dei membri del C.d.A., a loro riservata; b)
nominano quattro membri del
C.d.A.; c)
determinano il compenso del
membri del C.d.A.; d)
formulano pareri consultivi e
proposte sulle attività, programmi ed obbiettivi della Fondazione, non
che sul bilancio preventivo ed il rendiconto economico e finanziario; 9.
Le riunioni dei Sostenitori iscritti all’Albo sono presiedute dal
Presidente della Fondazione o, in caso di sua assenza o impedimento, dal
Vice Presidente o da altro Consigliere d’Amministrazione all’uopo
nominato dall’Assemblea. 10.
La qualifica di Sostenitore dura per tutto il periodo per il quale la
contribuzione è stata regolarmente versata. 11.
I Sostenitori iscritti all’Albo possono, in ogni momento, recedere dalla
Fondazione, mediante comunicazione scritta, fermo restando il dovere di
adempimento delle obbligazioni assunte. Art. 9 Organi Sono
organi della Fondazione: -
il Consiglio d’Amministrazione; -
il Presidente; -
il Revisore dei Conti. Art. 10 Consiglio di Amministrazione della
Fondazione 1.
La Fondazione è retta da un Consiglio di Amministrazione, composto da 5
(cinque) membri, compreso il Presidente. 2.
Il Consiglio di Amministrazione è composto: a)
dal Sindaco pro-tempore del
Comune di Tavernerio; b)
da quattro Consiglieri nominati
dai Sostenitori della
Fondazione iscritti all’Albo di cui all’art.8, comma 1, del presente
Statuto. 3.
Non possono far parte del C.d.A., coloro che si trovano in condizioni di
incompatibilità previste dalla legge ed ancora: a)
il Personale dipendente
dell’Asilo; b)
chiunque abbia in corso rapporti
di subordinazione di qualsivoglia natura, diretti o indiretti, o di
fornitura con l’Asilo c)
l’interdetto, l’inabilitato,
il fallito o chi è stato condannato ad una pena che importa
l’interdizione, anche temporanea, dai pubblici uffici o l’incapacità
ad esercitare uffici direttivi. 4.
Nella prima adunanza, prima di deliberare su qualsiasi altro argomento, il
C.d.A. verifica l’assenza di cause di ineleggibilità ed incompatibilità. 5.
Immediatamente dopo, il C.d.A. provvede a nominare il Presidente ed il
Vice Presidente a maggioranza semplice con voto palese. 6.
Si intende decaduto dalla carica di Consigliere, colui che, senza
giustificato motivo, risulti assente a 2 (due) adunanze ordinarie
consecutive del Consiglio di Amministrazione. 7.
I Consiglieri di Amministrazione durano in carica tre anni dall’elezione
del Consiglio Medesimo e sono rieleggibili. Art. 11 Poteri e funzioni del C.d.A. 1.
Il C.d.A. ha tutti i poteri per l’Amministrazione ordinaria e
straordinaria della Fondazione. 2.
Il Consiglio d’Amministrazione, in particolare: a)
nomina il Presidente ed il Vice
Presidente b)
nomina
il Revisore dei Conti, il cui compenso sarà deciso secondo le tariffe
professionali vigenti; c)
delibera i Regolamenti del
Personale, quelli relativi alla vita comunitaria e quelli inerenti al
funzionamento della Fondazione; d)
assume, sospende, licenzia il
Personale, in conformità alle disposizioni previste dal C.C.N.L. e dal
Regolamento organico del personale; e)
delibera le convenzioni con Enti
pubblici e privati; f)
delibera sui contratti di cui
all’art. 5 del presente Statuto; g)
delibera la misura delle rette di
frequenza; h)
fissa il valore minimo dei
contributi dei Sostenitori di cui all’art. 8 del presente Statuto; i)
delibera l’avvenuta decadenza,
secondo le norme statutarie e regolamentari, dei componenti il C.d.A.; j)
sceglie l’Istituto di Credito
cui affidare il servizio di Tesoreria; k)
delibera, con voto favorevole di
almeno quattro Consiglieri, sentiti i Sostenitori, le modifiche dello
Statuto e la proposta di estinzione o trasformazione della Fondazione; l)
delibera, sentiti i Sostenitori,
l’acquisto e l’alienazione di titoli, mobili ed immobili,
l’accettazione di eredità e legati, nonché gli eventuali atti di
dismissione e di costituzione di diritti reali sui beni immobili
dell’Asilo, nelle forme e con le maggioranze previste dall’art.7 del
presente Statuto; m)
approva, sentiti i Sostenitori
della Fondazione, il bilancio preventivo e le sue variazioni, nonché il
Conto consuntivo; n)
delibera l’affidamento al
Presidente e/o ad altro Consigliere di deleghe e funzioni ulteriori a
quelle contenute nel presente Statuto. 3.
Il C.d.A. delibera altresì
l’esclusione dei Sostenitori per i seguenti motivi: a)
inadempimento degli obblighi e
doveri derivanti dal presente Statuto, previa formale diffida ad
adempiere, trasmessa a mezzo lettera raccomandata; b)
mancato versamento, entro 6 mesi
dalla scadenza, dei contributi e dei conferimenti previsti dal presente
Statuto; c)condotta
gravemente contraria alle finalità della Fondazione. 4.
Compete al C.d.A. la scelta e l’indicazione nominale delle
persone da nominare, in rappresentanza della Fondazione, negli organi di
Società od Enti partecipati dalla Fondazione stessa. Art. 12 Adunanze del C.d.A. 1.
Le adunanze del C.d.A. sono ordinarie e straordinarie. 2.
Ordinariamente hanno cadenza due volte l’anno ed, in ogni caso, nei
tempi stabiliti dalla legge per l’esame e l’approvazione del conto
consuntivo, per la compilazione dello schema di quello preventivo e per le
variazioni al medesimo. 3.
Sono convocate in seduta straordinaria ogni qualvolta lo richiedono motivi
d’urgenza, sia per iniziativa del Presidente, sia per richiesta scritta
e motivata di almeno due componenti del Consiglio d’Amministrazione. 4.
L’adunanza del C.d.A. è valida quando sono presenti almeno 3
componenti. 5.
Le deliberazioni sono validamente assunte con il voto favorevole della
maggioranza assoluta dei presenti. 6.
Le votazioni sono palesi, salvo quelle relative a questioni concernenti
persone, che devono avvenire con voto segreto ad eccezione della
fattispecie prevista dall’art.18. Art. 13 Verbali delle adunanze del C.d.A. 1.
I verbali delle deliberazioni sono stesi dal Segretario o, in mancanza,
dal Consigliere incaricato dal C.d.A. stesso a fungere da Segretario e
sono firmati da tutti coloro che vi sono intervenuti. Art. 14 Rinnovo del C.d.A. 1.
Novanta giorni prima della scadenza del mandato del CdA, il Presidente
deve indire l’elezione per il rinnovo del Consiglio d’Amministrazione. Art. 15 Dimissioni o decadenza dalla carica di
Consigliere 1.
Nei casi di dimissioni o decadenza di un componente del C.d.A., questi
viene reintegrato con un nuovo consigliere, nel termine massimo di 90
(novanta) giorni dalla data di cessazione dalla carica. 2.
La decadenza o le dimissioni che avvengano contemporaneamente per 3 membri
del C.d.A. ne provoca lo scioglimento. Art. 16 Presidente della Fondazione 1.
Il Presidente è eletto dal Consiglio d’Amministrazione tra i quattro
membri nominati dai Sostenitori della Fondazione; non può essere nominato
Presidente del C.d.A. il Sindaco pro-tempore del Comune di Tavernerio. 2.
Il Presidente del C.d.A. è anche Presidente della Fondazione e dura in
carica fino alla scadenza del mandato del C.d.A. 3.
Egli ha la legale rappresentanza della Fondazione di fronte ai terzi,
agisce e resiste avanti a qualsiasi autorità amministrativa o
giurisdizionale, anche, ove necessario, nominando avvocati. 4.
Il Presidente, in particolare: a)
cura le relazioni con Enti,
istituzioni, Imprese pubbliche e private ed altri organismi, anche al fine
di instaurare rapporti di collaborazione a sostegno delle singole
iniziative della Fondazione; b)
sospende, per gravi ed urgenti
motivi, i dipendenti; c)
adotta tutti i provvedimenti
reclamati dal bisogno, salvo riferirne al C.d.A. da convocarsi entro breve
termine; d)
in caso d’urgenza, assume tutti
i provvedimenti di competenza del C.d.A., sottoponendoli a ratifica nella
prima adunanza di questo; e)
predispone e coordina tutto il
necessario per le attività quotidiane e per tutto quanto non
espressamente previsto nelle funzioni del C.d.A.. 5.
Ulteriori deleghe di funzioni possono essere attribuite al Presidente con
delibera del C.d.A. Art. 17 Vice Presidente Il
Vice Presidente viene eletto dal C.d.A. tra i suoi membri. Il
Vice Presidente sostituisce il Presidente in caso di sua impossibilità
temporanea, impedimento o assenza; esercita, inoltre, le funzioni ed i
compiti delegatigli dal C.d.A. Art. 18 Destituzione dalla carica Il
Presidente e il Vice Presidente possono può essere sfiduciati o
destituiti dalla carica solo con il voto palese di tre componenti del
C.d.A. Art. 19 Revisore dei Conti 1.
Il Revisore dei Conti vigila sulla gestione finanziaria della Fondazione,
accerta la regolare tenuta delle scritture contabili, esamina le proposte
di bilancio preventivo e di rendiconto economico e finanziario, redigendo
apposite relazioni, ed effettua verifiche di cassa. 2.
Il Revisore dei Conti può partecipare senza diritto di voto alle riunioni
del C.d.A. 3.
Il Revisore dei Conti resta in carica tre anni e può essere riconfermato. Art. 20 Esercizio finanziario della Fondazione L’esercizio
finanziario della Fondazione ha inizio il 1 gennaio e termina il 31
dicembre di ogni anno. Art. 21 Modifica dello Statuto Eventuali
modificazioni dello Statuto saranno soggette alla procedura di
approvazione di cui all’art. 4 del Regolamento Regionale 02.04.2001, n
2, previa deliberazione del C.d.A, assunta con voto favorevole di almeno 4
consiglieri, sentiti i Sostenitori. Art. 22 Scioglimento In
caso di scioglimento della Fondazione, il patrimonio sarà concesso in
lascito al Comune di Tavernerio o ad altro Ente pubblico o privato,
individuato con la deliberazione di scioglimento, perché lo utilizzi per
il perseguimento di finalità analoghe a quelle dell’estinta Fondazione
ovvero a fini di pubblica utilità. Art. 23 Clausola di rinvio Per
quanto non previsto dal presente Statuto si applicano le disposizioni del
Codice Civile e le norme di legge vigenti in materia.
Di Admin (del 07/11/2005 @ 16:12:21, in Archivio redazionali, linkato 2476 volte)
8
novembre 1951 8
novembre 2005 Si avvicina l’anniversario della alluvione che colpì Tavernerio 54 anni fa. Fu un evento che segnò profondamente tante persone che ancora oggi piangono i loro cari perduti. Fu un evento che incise profondamente anche sul tessuto di una comunità: segnando il passaggio dalla civiltà rurale a quella industriale. Dal 2001, anno del cinquantenario, è invalsa l’usanza di ritrovarsi a pregare sul luogo della tragedia, sul ponte di Via Vittorio Veneto: un momento di silenzio e di riflessione, nel quale la gente di oggi riconosce i legami affettivi, religiosi e civili che la congiungono con quella di allora. E’ un rinsaldare una coscienza storica di popolo che la civiltà dei consumi ci porta a dimenticare facendoci diventare persone e cittadini isolati, senza radici e quindi senza prospettive comunitarie ideali. In questa ottica siamo vicini ai cittadini di Tavernerio che ancora oggi patiscono per quelle perdite. La ricorrenza dell’8 novembre è per noi legata anche ad un’altra ricorrenza triste: quella del 6 novembre 2003, quando ci lasciò Vittorio Frigerio, collaboratore e amico: caro Vittorio, la polvere del tempo sbiadisce le cose e i fatti, non la tua figura!
Di Admin (del 19/01/2006 @ 16:07:40, in Archivio redazionali, linkato 2516 volte)
![]() Don
Renzo Beretta, parroco di Ponte Chiasso, parrocchia di frontiera con la
Svizzera, 75 anni, uomo di carità più di tanti altri solo perché - a
suo dire - quando te li trovi davanti non puoi tirarti indietro. Suo
modello pastorale gli Atti degli Apostoli. Ucciso
da un marocchino cui aveva appena dato l'elemosina. Nato il 12 giugno 1922; morto il 20 gennaio 1999.
Sì,
ho un Padre: Abbà. Ho un Fratello: Gesù. Il Consolatore, credo e
desidero sia in me. Giunto
così alla fine, così come crede mia Madre, la santa Chiesa cattolica,
dico: “in Te Domine speravi, non confundar”... e tante grazie,
Signore. Per grazia, sino ad oggi, non sento di temere la morte,
attraverso lei, la morte, mi è dato di vedere Lui, il Signore, tanto
desiderato. Spero
d’aver servito, così come sono stato capace... avrei dovuto, ardere di
più per le anime. Chiedo umilmente perdono a Te, mio Salvatore e Dio.
Chiedo perdono a tutti, se posso aver involontariamente offeso o non dato
l’esempio dovuto. Quello
che ancora ho, non mi è mai appartenuto. Ho ricevuto tutto, tutto
appartiene a chi è nel bisogno. Ringraziate
con me il Signore; fate festa: Dio è Padre, la Mamma di Gesù ci
accompagna. Pregate per me la misericordia di Dio. Per
grazia “vedrò” il mio Salvatore. A
vederci tutti in Paradiso.
Un
giorno sei scappato in svizzera. Oltre
la frontiera. Oltre
la frontiera che c’è nella penosa mediocrità avida di noi uomini. E
Livigno si divideva l’extraterritorialità doganale. Poche
famiglie. Poca gente a decidere del bene di una comunità, con la
presunzione di sciogliere la disistima della propria dignità
nell’esercizio del potere a circuito del proprio sguardo malato. Ti
hanno cercato. La gendarmeria, il prefetto. “Dov’è
il capelan?”. Senza
tempo si disegna il soffio del vento. Senza
la fretta del segno, della forma, del riconoscimento o della verga gelata
del comando. Il profumo del polline viaggia con la forza incomprensibile del respiro delle cose e degli uomini, della punta sottile e irrinunciabile delle cellule meristematiche. In
fretta i cappotti si proteggono dal gelo e dal correre, come se il polline
fosse preoccupazione, fosse tepore, quiete e convitto. Riconoscimento. Straniera
è la lama sottile delle rincorse ed il respiro sul dorso dei tetti. Nessun
pulpito, nessuna predica. Nostalgia soltanto. “Dov’è
il capelan?”. Ad
abitare il vento, il respiro degli ultimi. E
la gente muore ancora senza che il potere si chini a diventare carezza. La
gola spalancata e muta dei senza voce. Andremo
ancora oltre la frontiera. Anche
se ci sono guardie. Anche
se non ci saranno gli amici. In
un giorno di quasi autunno Rodolfo se n’è andato. Nelle
mura che sole ha messo a disposizione la distratta forma del potere. Senza
prediche, senza una voce. Solo scordandosi di respirare ancora la vita. Sconosciuto
nelle case comunali. Nelle
case comuni. Nutrito
dall’assenza di premura di chi fa del farro e del grasso di maiale la
ciotola indisponente dell’improvvisazione nella cura della comunità. “Dov’è
il capelan?. Oltre.
Oltre
la frontiera della cura di sé. Oltre le guardie e il consenso. Oltre
il potere che dimentica chi non ha voce. Serreremo
le mani e chiederemo nuovo alitare. Il
tempo non ci appartiene come non ci appartiene il vento. Soffierà
ancora. Diventerà respiro.
Sempre. Prova
a perdonarci Rodolfo e incontrando il capelan digli che vorremo
essere con lui. A volte. Giovanni Aiani, 20 gennaio 2006
Di Admin (del 22/04/2006 @ 13:51:49, in Archivio redazionali, linkato 13241 volte)
![]() Persone coerenti: un programma già tracciato Una lista nuova per un programma che tutti conoscono
Vogliamo
fare della nostra una comunità efficiente e generosa, dotata di servizi
adeguati alle sfide dei prossimi 30 anni. Dotare
il nostro Comune di servizi alla persona, animati dall’attenzione per
l’uomo, questo significa fare di Tavernerio Taverneriocittà,
nel senso antico della POLIS: una comunità con un cuore. Per
questo abbiamo raccolto uomini e donne, decidendo di porle in modo
realmente paritario intorno al progetto. Candidando donne alla carica di
Consigliere e di Assessore. Chiarendo
da subito le figure che insieme abbiamo ritenuto adatte a poter rivestire
il ruolo di Amministratore e dicendolo chiaramente agli elettori. Il
programma è conosciuto: un nuovo edificio comunale ed una macchina
amministrativa efficiente, aziende per la cura della persona e del
territorio, il villaggio “Corte Nuova” per la terza età. Riteniamo
giusto che accanto a uomini diversi siano emersi anche programmi diversi. Gli
elettori di Tavernerio confermeranno cosa vogliono per il loro futuro. Con
chiarezza. “Riportare
tutto in Comune”, scommettendo su una organizzazione delle risposte e
dei servizi di tipo tradizionale, che azzera la formula delle
“aziende”, con una Amministrazione Comunale che permea tutte le scelte
direttamente: “le radici del domani – Tavernerio”. “Aziendalizzare
sotto controllo”, in modo molto simile all’impostazione delle
“municipalizzate”, le aziende speciali, con ridotta autonomia
operativa, sotto il controllo diretto del Consiglio Comunale: Nova
Tavernerio. La
proposta di Taverneriocittà, con le aziende indirizzate dalla politica
comunale, con un controllo sui risultati, ma con autonomia operativa, con
la possibilità di avere risorse e soprattutto creare ricchezza, come ogni
altra azienda, a vantaggio della comunità. Noi
crediamo che la formula taverneriocittà sia la più adeguata.
L’abbiamo studiata e condivisa. Pensiamo ci siano le risorse per poterla
mettere al servizio dei cittadini di Tavernerio. Pensiamo che le altre due
impostazioni darebbero risposte e servizi insufficienti. Ciò
nonostante rispettiamo gli altri due progetti, nella convinzione che
comunque nei prossimi anni i frutti della scelta degli elettori
appariranno nella loro chiarezza. Come
è stato per la Piattaforma di Urago, una delle realizzazioni della
politica del Sindaco uscente dott. Rossini, e oggi patrimonio
irrinunciabile di tutti. Anche oltre i confini del nostro Comune.
GIOVANNI
AIANI - 48 anni -
sociologo Candidato
Sindaco E’
stato Assessore al Bilancio e Responsabile dell’Ufficio di Staff
del Sindaco dott. Rossini. Ha lavorato per la creazione
amministrativa e logistica del Consorzio di Polizia “Alta Brianza”. Consulente
tecnico in Service 24 SpA, ha contribuito alla nascita della piattaforma
di raccolta differenziata.
E’ stato imprenditore privato e amministratore delegato di alcune società. Oggi è Presidente del Consiglio di Amministrazione di Angelo Borella SpA. FABIO
ROSSINI - 57 anni - medico Sarà
nominato Assessore all’Urbanistica
- Vice Sindaco Medico
internista presso l’Ospedale Sant’Anna e medico della Croce Rossa
Italiana. E’ il Sindaco uscente. Ha riaperto l’Auditorium Comunale, ha creato Service 24 SpA, la piattaforma di raccolta differenziata, ha costituito Angelo Borella SpA. Ha
sviluppato opere pubbliche per l’acquedotto, l’arredo urbano delle
piazze, l’apertura dei Centri Civici, il centro prelievi, il riordino
dei Cimiteri, il ponte dei bottini. MARINA
CICERI - 36 anni - avvocato Sarà
nominato Assessore alla Sicurezza
Avvocato,
iscritta all’Albo degli Avvocati di Como. Esercita
nello studio professionale in Como. ELENA
VERCELLI - 37 anni -
dirigente d’azienda Sarà
nominato Assessore ai Lavori Pubblici
Responsabile
Qualità e Laboratorio in un’industria chimica comasca. Laureata in Chimica specializzazione presso il Politecnico di Milano. FRANCESCO
AGOSTINELLI - 40 anni -
commercialista Sarà
nominato Assessore al Bilancio
Titolare
dello studio professionale in Como.Iscritto all’Ordine dei Dottori
Commercialisti, esperto tributario,consulente tecnico del Tribunale di
Como. ANDREA
AVANZI
- 32 anni -
elettrotecnico FABIO
BRENNA
- 34 anni
- ragioniere CRISTINA
CARAVELLO
- 31 anni
- laurea in lettere ALBERTO
CASARTELLI
-
40 anni -
laurea in storia WILLY
DE TADDEO
- 34 anni -
ragioniere ANNA
GALANTE
- 28 anni -
laurea in processi formativi MARCO
LIVIO
- 30 anni
- geometra ANNA
MARIN
- 35 anni
- ingegnere
aeronautico ALESSANDRA
MOLTENI
- 38 anni -
laurea in scienze politiche DAMIANO
OSTINELLI
- 28 anni -
geometra ANTONIO
RUBIN
- 61 anni -
pensionato CHIARA
TETTAMANTI
-
28 anni -
psicologa
C’è un immenso piacere nel creare, nell’inventare, nel costruire qualcosa, nel risolvere un problema, ma possiamo farlo solo per qualcuno che amiamo, per una comunità a cui vogliamo fare del bene. In realtà molto spesso siamo chiamati a svolgere un compito per gente indifferente o addirittura ostile. All’inizio siamo perplessi, talvolta presi dallo sconforto ma quando cominciamo a ottenere risultati, quando ci accorgiamo che stiamo dando un contributo originale, allora iniziamo a provare simpatia per coloro che stiamo beneficiando, siamo pronti fare sacrifici per loro e proviamo per loro affetto, amore. Anzi credo che quasi sempre nella vita non venga prima l’amore, viene prima la creazione, il dono di qualcosa di prezioso e solo dopo sorge l’amore per coloro cui abbiamo donato. E’ lo stesso meccanismo che si trova alla base della maternità e della paternità: noi amiamo coloro cui abbiamo dato la vita. Questo spiega perché le personalità creative provino così spesso un senso di delusione e di ingratitudine. Essi amano coloro cui offrono la loro opera, ma costoro non sempre li ricambiano. Spesso anzi li guardano con sospetto, pensano che lo facciano per ambizione o per un proprio tornaconto e quando hanno successo, li invidiano. Poi quando l’opera è finita se ne impadroniscono con avidità. L’individuo isolato, escluso, l’individuo che si accorge che, quando parla, le sue parole sono accolte con astio, con livore, con la volontà di non capire o di non ascoltare, l’individuo in esilio, perde ogni interesse e ogni volontà di fare, perché non ha più un interlocutore cui donare, da cui venir riconosciuto. Nella persecuzione e nell’esilio si salva solo chi guarda al di là del contingente, e si rivolge ad un pubblico ideale. Machiavelli scrive le sue cose migliori in esilio quando non parla più ai suoi concittadini per ottenere un risultato politico, ma a tutti gli uomini che vogliono conoscere i reali meccanismi della vita e della storia. E lo stesso fa Dante quando, non potendo più tornare a Firenze dove è stato condannato a morte, allarga il suo orizzonte a tutte le esperienze umane e all’intera Italia di cui crea la lingua. Alcune delle più grandi opere creative scientifiche ed artistiche nascono proprio dall’esperienza dell’esilio che porta a trascendere il contingente, a parlare a gente che non conosci, ma che, poiché non è accecata dall’invidia e dal rancore, può ascoltarti e capirti e che, perciò, puoi amare. Francesco Alberoni 24 aprile 2006
Di Admin (del 23/09/2006 @ 16:23:06, in Archivio redazionali, linkato 3174 volte)
Di Admin (del 08/10/2006 @ 10:37:48, in Archivio redazionali, linkato 2065 volte)
DOBBIACO un paradiso per noi inaccessibile? Non esistono un'intelligenza, una creatività separate dai problemi che devono risolvere. E non esistono problemi senza una società che li pone, che sollecita, stimola, costringe i suoi membri a risolverli. L'intelligenza, la creatività, il genio perciò sono il prodotto di una società esigente che pone continuamente problemi difficili, chiede costantemente nuove soluzioni. Nelle società statiche la gente ha compiti prefissati e problemi che sono stati affrontati e risolti nel passato con soluzioni che sono diventate tradizione, costume e che nessuno ha il diritto di discutere. In queste società non si crea, non si inventa nulla di nuovo, l'arte è ripetitiva, non nascono geni. E quando queste società vengono sottoposte ad una pressione esterna, vanno in crisi, nascono paure ed esplodono movimenti religiosi o politici che vogliono fermare la trasformazione, tornare nel passato. Tutte le grandi civiltà sono sorte come rottura della tradizione. Esplode allora una straordinaria creatività. Le grandi piramidi sono state costruite all' inizio della civiltà egiziana, la Muraglia all'inizio di quella cinese, le grandi cattedrali al primo risveglio dell'Europa. I maggiori poeti, i creatori della lingua, Omero, Virgilio, Dante, Shakespeare appaiono all'inizio, quando un intero popolo aspetta una lingua per parlare. In queste epoche feconde tutti sono esigenti e gli artisti, gli scienziati stimolati a creare. Per questo in città come Atene nell' antichità o a Firenze nel Rinascimento c'erano tanti geni. Ed è per lo stesso motivo che oggi gli Stati Uniti hanno tanti premi Nobel. Però tanto i popoli come gli individui tendono a fermarsi. Si compiacciono di quanto hanno fatto, si vantano delle proprie glorie passate. Non si pongono più sfide, non pensano più in grande, non hanno più il coraggio di sognare, di combattere, di competere. E' un brutto segno quando nelle scuole tutti vengono promossi, quando i genitori chiedono agli insegnanti di essere indulgenti, quando la competizione viene condannata, quando ci si abitua alla mediocrità. Vuol dire che è iniziata la decadenza. Perché anche per restare fermi, per non arretrare, bisogna costantemente sforzarsi di fare meglio di prima. Perciò chi si trova a vivere in una società stagnante, se non vuol farsi risucchiare, è bene che se ne vada. Oppure deve trovare in se stesso la forza di cambiare, di porsi nuovi problemi, nuove mete, di rimettersi in gioco, di rischiare.
Di Admin (del 15/11/2006 @ 21:32:39, in Archivio redazionali, linkato 2160 volte)
Come assessore al Bilancio lavorai con Matteo Rizzi per formare un ufficio tributi, quando era studente universitario dopo le elezioni del 1995.
Di Admin (del 16/11/2006 @ 21:00:11, in Archivio redazionali, linkato 4313 volte)
L'abetaia
presso la Fonte Plinia è stata colpita dal bostrico (Ips typographus) , un coleottero parassita delle conifere, che in brevissimo tempo, nutrendosi dei tessuti vitali degli alberi non lascia scampo alla vegetazione. Il bosco che tutti conoscevamo è destinato a soccombere, non c'è più ormai più nulla da fare.
TAVERNERIOCITTA'
Di Admin (del 25/11/2006 @ 13:40:05, in Consigli Comunali, linkato 2655 volte)
Consiglio Comunale Lunedì 27 novembre 2006 - ore 21 presso l'Auditorium Comunale Ordine del giorno:
Di Admin (del 26/11/2006 @ 15:46:41, in Archivio redazionali, linkato 2520 volte)
La comunicazione sul territorio del comune è sempre un problema: manifesti, cartelli, fogli, volantini, che nessuno legge e che non arrivano agli utenti in tempo reale. La precedente amministrazione aveva ottenuto un finanziamento per un progetto ritenuto interessante dalla Regione Lombardia: dotare il Comune di Tavernerio di cartelli luminosi (schermi a LED o a cristalli liquidi) di grandi dimensioni, sui quali trasmettere le informazioni in tempo reale: la pubblicità avrebbe potuto pagare le spese di gestione, forse si sarebbe potuto utilizzare questo strumento anche per la campagna elettorale evitando di deturpare il comune coi manifesti elettorali che nessuno più legge. I cartelli luminosi avrebbero potuto affiancare il notiziario comunale, sarebbero stati un ottimo strumento di informazione anche per le associazioni del territorio. Addirittura si sarebbero potute trasmettere le partite di coppa del mondo. Service 24 avrebbe potuto facilmente realizzare le opere e organizzarne la gestione. La presente Amministrazione sta facendo cadere l’operazione? Sarebbe un peccato imperdonabile.
Di Admin (del 27/11/2006 @ 12:35:37, in Archivio redazionali, linkato 2901 volte)
Ricorre oggi, 27 novembre, il primo anniversario della morte del prof. Aldo Rossini.
Di Admin (del 01/12/2006 @ 18:52:22, in Archivio redazionali, linkato 2493 volte)
Sul Corriere del 23 novembre l’assessore all’educazione del Comune di Milano, Mariolina Moioli, sta studiando “una sorta di self service per i bambini: il pranzo sarà visto come un gioco”. Meno male che per una volta il Comune di Tavernerio è davanti a Milano. Speriamo ora che i nostri amministratori, da buoni smantellatori impegnati, non decidano che tutto sommato era meglio la mensa di una volta col catering e coi buoni mensa gestiti dall’assessore. Un vecchio amministratore
Di Admin (del 08/12/2006 @ 10:16:13, in Consigli Comunali, linkato 2825 volte)
Consiglio Comunale Martedì 19 dicembre 2006 - ore 21 presso l'Auditorium Comunale Ordine del giorno:
Di Admin (del 09/12/2006 @ 11:20:30, in Interpellanze, linkato 7968 volte)
Egregio
Di Admin (del 14/12/2006 @ 12:57:51, in Archivio redazionali, linkato 6506 volte)
Storia di pesci lessi e pesci cani.
Questo sarebbe stato il primo passo per l’eventuale costruzione di un termovalorizzatore di piccole dimensioni forse sul luogo stesso o in altra sede. Ciò avrebbe permesso di risparmiare sullo smaltimento del verde e avrebbe permesso di fornire acqua calda per gli impianti di riscaldamento del circondario (risparmiando sul carburante). Impianti di teleriscaldamento di questo genere sono già funzionanti in altri paesi, come a Tirano. Per le spese di costruzione non era impossibile prevedere la partecipazione di imprese interessate allo smaltimento del verde. Che ne è di questo terreno? Perderemo la caparra per lasciarlo dormire? Forse non interessa a nessuno che Service 24 sviluppi la sua vocazione iniziale di fornire sempre nuovi servizi alla comunità. Specialmente quando il presidente (Fabio Maria Palmieri) e il vicepresidente, rappresentante del Comune di Tavernerio (Luca Rossi), sono consulenti e dipendenti della ACSM e quindi i meno interessati a portare avanti un discorso di indipendenza di Service 24. Dormendo sonni tranquilli, con la benedizione di EcoNord, stiamo certi che ben presto i cittadini di Tavernerio vedranno un nuovo cartello quando si recheranno in piattaforma: BENVENUTI IN ACSM: chi se ne frega, diranno, tanto il servizio va avanti lo stesso.
Di Admin (del 17/12/2006 @ 12:15:51, in Archivio redazionali, linkato 14589 volte)
Guardate “il rudere” del Comune Nuovo: la facciata è un rettangolo in sezione aurea, anzi due rettangoli in sezioni aurea
intrecciati: il trucco nascosto dell’architetto Alberto Sartoris. L’Architetto Alberto Sartoris
Modellino della Casa del Fascio di G.Terragni
Nel RETTANGOLO AUREO vale la relazione [(a+b)/a] = a/b
La facciata del Partenone è in sezione aurea, ma anche i diametri dell’uovo di gallina sono in sezione aurea. Anche la spirale della conchiglia del Nautilus è generata dalla sezione aurea (spirale logaritmica).
La spirale del cavolo è una spirale logaritmica generata dalla sezione aurea.
Più prosaicamente, anche il bancomat è in sezione aurea. Fibonacci, matematico del medioevo, trovò che nella sequenza dei numeri in cui il successivo è la somma dei due precedenti, il rapporto tra due numeri successivi tende a “phi” (leggi “fi” da Fidia, architetto del Partenone), la sezione aurea.
Molti altri esempi vi sono in natura di fenomeni in cui si realizza questo rapporto: basta leggere Il Codice Da Vinci di Dan Brown, romanzo pieno di citazioni inventate e altre vere; phi appartiene a quelle vere.… Così gli antichi, vedendo che questo rapporto faceva funzionare la natura e rendeva bellissimo il rettangolo, pensavano che la sezione aurea fosse qualcosa di divino: il pensiero di Dio che generava la vita e insieme il bello dell’arte: l’armonia tra bellezza e natura. Luca Pacioli, frate francescano, grande matematico e ragioniere (inventò la partita doppia), fu grande teorico dell’arte del Rinascimento e nel 1496 scrisse un libro dedicato alla Sezione aurea: “De divina proportione”, illustrato da disegni di Leonardo da Vinci al quale insegnò la matematica. Chi meglio di un frate francescano e per giunta matematico poteva teorizzare sulla divinità del “phi”?.
Ritratto di Luca Pacioli (Iacopo dè Barbari - Museo di Capodimonte. Napoli)
Questa parte di sovrapposizione definisce il settore centrale più stretto, della facciata, quello destinato all’ingresso e ai sistemi di risalita: trovata geniale, che conferisce eleganza alla struttura; un tocco di armonie che vengono da lontano, eco di antichi misteri: non è un rudere come alcuni dicono, ma un gioiello l’edificio del comune nuovo: non un anonimo edificio industriale, ma una raffinata opera di architettura con una sua collocazione precisa nella storia dell’architettura del secolo scorso. Una volta portato a termine secondo i disegni primitivi e non senza gli intelligenti adeguamenti alle esigenze e ai canoni estetici di oggi, diventerà un gioiello: uno dei pochi gioielli che possiede Tavernerio. Tengano presente anche questo i nostri Amministratori se per caso dovessero imbroccare l’idea di venderlo per ripianare i buchi del bilancio: fatte le debite proporzioni, non vi incazzereste se Michelangelo non avesse scolpito la pietà perché doveva pagare il macellaio?
Rustico del futuro Palazzo del Municipio di Tavernerio, sito in via G. Perlasca, di proprietà del Comune di Tavernerio:
facciata principale come appare dalla Piazza della Chiesa dell’Eucarestia: data di costruzione: 1992-1995.
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25/01/2021 @ 11:29:58
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